Cronologia degli eventi

mercoledì 9 febbraio 2011

La morte dell'ammiraglio Yamamoto

17 aprile 1943 Isole Aleutine. Dutch Harbor: alle 6,36, una stazione d’ascolto americana capta un radiomessaggio in cifra nipponico, proveniente dall’ammiraglia di Yamamoto, la corazzata Yamato all’ancora a Truk. Riconosciuto, anche in codice,l’indicativo della Yamato e prima ancora di iniziare l’opera di decrittazione, gli operatori si rendono conto dell’importanza del messaggio intercettato e lo ritrasmettono a Washington con precedenza assoluta. Qui i servizi speciali informazioni, che conoscevano(come è già stato detto) il codice nipponico, in poche ore lo decifrano e ne segnalano il contenuto al segretario di Stato alla Marina Frank Knox: il messaggio rivela che l’ammiraglio Yamamoto sta per compiere una ispezione nelle basi avanzate nipponiche delle Salomone centrali, comunicando gli orari degli spostamenti, che avverranno in aereo, il piano di volo e perfino quanti caccia scorteranno l’aereo del comandante in capo delle forze navali nipponiche. Alle ore 11,giunto a conoscenza dell’importantissima informazione, Knox convoca il gen. Arnold, capo di Stato Maggiore dell’Aviazione, il famoso trasvolatore dell’Atlantico Charles Lindbergh e l’ingegnere capo collaudatore della società Lockheed, il cui P-38 Lightning è l’unico caccia a largo raggio d’azione di cui alcuni esemplari si trovano a Guadalcanal. Soppesati vantaggi e svantaggi di un’eventuale azione per abbattere l’aereo di Yamamoto(da una parte, il pericolo di svelare ai nipponici il possesso del loro codice segreto; dall’altra, la possibilità di eliminare dalla scena uno dei più brillanti strateghi nemici, un personaggio dal fascino leggendario capace di galvanizzare i suoi uomini fino al fanatismo, il simbolo vivente del valore e della potenza nipponica)Knox ha già scelto la linea d’azione da seguire: far intercettare e abbattere l’aereo dell’ammiraglio.
I tecnici gli confermano la fattibilità dell’impresa, a patto che i P-38 incaricati della missione siano muniti di serbatoi supplementari per accrescerne l’autonomia. Ore 15,35: due messaggi urgenti sono trasmessi da Washington, uno al gen. Kenney con l’ordine di inviare immediatamente a Guadalcanal i serbatoi supplementari da applicare sotto le ali dei P-38, l’altro al Campo Henderson, a Guadalcanal, con l’ordine alla 339à squadriglia da caccia di abbattere Yamamoto e tutti i particolari necessari per la buona riuscita dell’impresa. Gli aviatori potranno scegliere se intercettare Yamamoto in volo prima che arrivi all’Isola di Bougainville, o attaccare la piccola nave su cui è previsto che si imbarchi per compiere un’ispezione.
Alle ore 17,10, ricevuto il messaggio,dopo attenta valutazione i responsabili del Campo Henderson convocano gli ufficiali prescelti per la missione. Si discute ampiamente il piano, e si decide che l’attacco verrà lanciato quando Yamamoto si troverà in volo, alle 9,35 dell’indomani, poco prima del suo atterraggio a Ballale. L’operazione “Pavone” (l’amm. Halsey aveva inviato un messaggio a Mitscher, comandante le forze aeree USA delle Salomone, dopo la decifrazione del messaggio della Yamato, invitandolo a “prendere per la coda il pavone”, com’era definito in codice il comandante in capo della flotta nipponica) avrà inizio alle 7,20 del 18. La squadriglia incaricata dell’operazione, al comando del magg. John W. Mitchell, comprenderà 6 aerei che attaccheranno quello di Yamamoto, e altri 12 di copertura, che attaccheranno la caccia di scorta.
Ore 21: giungono al Campo Henderson di Guadalcanal 4 quadrimotori B-24 Liherator portando i serbatoi supplementari da applicare ai 18 P-38 Lightning. Tutta la notte trascorre nella messa a punto degli aerei.
Il 18 aprile alle ore 6 da Rabaul nella Nuova Britannia,nel Pacifico, decollano 2 bimotori Mitsubishi tipo 1, su uno dei quali ha preso posto Yamamoto, sull’altro il suo capo di stato maggiore viceamm. Matome Ugaki. La scorta è formata da 6 caccia. Raggiunta la quota di volo, 1500 metri, la formazione si dirige su Bougainville. Ore 6,20: da Guadalcanal decollano i P-38 che dovranno intercettare Yamamoto. Ore 9,34: con precisione cronometrica gli americani avvistano, volando sopra la Baia dell’Imperatrice Augusta a sud-ovest di Bougainville, la formazione nemica; sganciano i serbatoi supplementari e si lanciano all’attacco.Quattro minuti prima l’operatore radio del Mitsubishi su cui viaggia il capo di stato maggiore di Yamamoto ha avvertito l’ufficiale che l’atterraggio a Ballale avverrà, come previsto, alle 9,45. Americani e giapponesi stanno ora volando sulla giungla.
Ore 9,35: 12 Caccia di copertura attraggono in quota gli Zero della scorta di Yamamoto. Si ingaggiano furiosi duelli. Due dei P-38 destinati alla missione principale, levandosi improvvisamente dalla bassissima quota a cui volavano, attaccano e abbattono i due bombardieri Mitsubishi. Quello di Yamamoto si schianta nella giungla e l’ammiraglio muore sul colpo; quello del suo capo di stato maggiore si abbatte in acqua dopo aver tentato un ammaraggio di fortuna. Il viceamm. Ugaki verrà salvato da una lancia nipponica subito accorsa. Lo scontro è concluso: Mitchell ordina subito il rientro alla base. Gli americani hanno perso un solo P-38 e ne hanno avuti altri 6 danneggiati; i giapponesi i 2 bombardieri e i 6 Zero che li scortavano. Ma soprattutto hanno perso il più prestigioso dei loro capi militari.
Il 19 aprile soldati nipponici ricuperano i corpi dell’ammiraglio e degli ufficiali del suo seguito. Verranno trasportati in gran segreto a Truk, a bordo della Yamato. Per non scoprire la carta vincente (il possesso del codice nemico) gli americani esultano in segreto e non emettono alcun comunicato. Per ben altre ragioni, anche i giapponesi tacciono. Il 21 aprile, l’amm. Mineichi Koga assume il comando in capo delle forze aeronavali nipponiche e due giorni dopo issa la sua bandiera sulla Musashi, una nuova corazzata gigante appena giunta a Truk.E' la Musashi che riporta in patria, giungendo a Tokyo il 21 maggio, le ceneri di Yamamoto. Solo allora un comunicato ufficiale annuncia la sua morte in combattimento. Con solenne cerimonia alla quale assistono oltre un milione di cittadini di Tokyo,il 5 giugno parte delle ceneri dell’eroe nazionale viene sepolta nel parco Hibiya. Due giorni dopo, analoga cerimonia in cui viene interrato il resto delle ceneri si svolge a Nagaoka, dove vive una sorella dello scomparso.


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