Il 6 maggio 1939 Mussolini firma il Patto d'Acciaio con la Germania, che sancisce ufficialmente la nascita di un'alleanza vincolante italo-tedesca.
Il 30 maggio Mussolini incarica il generale Ugo Cavallero di recapitare ad Hitler un memoriale, in cui afferma che la guerra è inevitabile ma che l'Italia non sarà pronta ad intraprenderla prima di 3 anni. Nonostante le iniziali rassicurazioni in merito, la Germania invade la Polonia il 1° settembre, determinando l'inizio della seconda guerra mondiale. Mussolini dichiara la «non belligeranza» dell'Italia, grazie alla quale lo Stato italiano si manterrà momentaneamente estraneo al conflitto.
Il 10 marzo 1940 accoglie a Roma il ministro degli esteri tedesco Joachim von Ribbentrop, che lo sollecita ad entrare in guerra. Il 18 marzo incontra Hitler al Brennero. Il 16, il 22, il 24 ed il 26 aprile riceve messaggi da Churchill, da Paul Reynaud, da Pio XII e da Roosevelt, i quali gli chiedono di rimanere neutrale.
Di fronte agli straordinari ed inaspettati successi della Germania nazista tra l'aprile e il maggio del 1940, Mussolini ritiene che gli esiti la guerra siano oramai decisi, e il 10 giugno dichiara guerra alla Francia ed alla Gran Bretagna.
Alla contrarietà e alle rimostranze di alcuni importanti collaboratori e militari (fra cui Dino Grandi, Galeazzo Ciano e il generale Enrico Caviglia) Mussolini avrebbe risposto:
« Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative.. »
Il 30 maggio Mussolini incarica il generale Ugo Cavallero di recapitare ad Hitler un memoriale, in cui afferma che la guerra è inevitabile ma che l'Italia non sarà pronta ad intraprenderla prima di 3 anni. Nonostante le iniziali rassicurazioni in merito, la Germania invade la Polonia il 1° settembre, determinando l'inizio della seconda guerra mondiale. Mussolini dichiara la «non belligeranza» dell'Italia, grazie alla quale lo Stato italiano si manterrà momentaneamente estraneo al conflitto.
Il 10 marzo 1940 accoglie a Roma il ministro degli esteri tedesco Joachim von Ribbentrop, che lo sollecita ad entrare in guerra. Il 18 marzo incontra Hitler al Brennero. Il 16, il 22, il 24 ed il 26 aprile riceve messaggi da Churchill, da Paul Reynaud, da Pio XII e da Roosevelt, i quali gli chiedono di rimanere neutrale.
Di fronte agli straordinari ed inaspettati successi della Germania nazista tra l'aprile e il maggio del 1940, Mussolini ritiene che gli esiti la guerra siano oramai decisi, e il 10 giugno dichiara guerra alla Francia ed alla Gran Bretagna.
Alla contrarietà e alle rimostranze di alcuni importanti collaboratori e militari (fra cui Dino Grandi, Galeazzo Ciano e il generale Enrico Caviglia) Mussolini avrebbe risposto:
« Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative.. »
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