mercoledì 29 dicembre 2010
Patto di non aggressione tedesco sovietico
(23 agosto 1939). Conosciuto anche col nome dei due rispettivi firmatari, i ministri degli Esteri Ribbentrop e Molotov, impegnava i contraenti a non concludere alleanze o compiere azioni ostili. Vi furono acclusi dei protocolli segreti che sancirono la divisione in sfere di influenza dell'Europa orientale e lo smembramento della Polonia. Costituì un drastico cambiamento nella politica dei due paesi fino a quel momento rigidamente schierati su posizioni di aperta ostilità reciproca e fu un passo decisivo verso la Seconda guerra mondiale. Per Stalin si trattò di un atto di Realpolitik a salvaguardia degli interessi della potenza sovietica che non tenne in nessun conto l'antifascismo internazionalista, ragion d'essere dei fronti popolari e che venne reso possibile senza resistenze interne dal potere assoluto di cui ormai disponeva. Decisivo per il patto fu l'isolamento sovietico, risultante dalla conferenza di Monaco (settembre 1938), di fronte all'aggressività nazista e alla riluttanza anglo-francese verso un'alleanza militare con l'Urss. Inoltre l'Armata rossa dopo le epurazioni non era pronta a uno scontro ed era consigliabile guadagnare tempo. Dal canto suo Hitler ebbe le mani libere con la Polonia, convinto di poter trattare poi da posizioni di forza la spartizione dell'Europa con la Gran Bretagna.
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