Cronologia degli eventi

venerdì 21 gennaio 2011

Attacco alla Polonia

Mentre Hitler simula di offrire ancora uno spazio alla trattativa e cerca di addossare ai polacchi la responsabilità della crisi, le sue armate sono già all'opera. Di fronte alla violenza dell'urto il valore dei difensori è inutile, i loro mezzi e le loro tattiche appaiono inadeguati. I vincitori infieriscono sui vinti
Alle 4,45 di venerdì 10 settembre 1939 scatta la Blitzkrieg contro la Polonia e si scatena, con la forza maggiore, nel Corridoio e lungo i confini della Slesia. Quando alle 10 Hitler si reca al Reichstag per annunciare lo scoppio del conflitto, sul fronte polacco le truppe della Wehrmacht si sono già spinte avanti per parecchi chilometri. La Blitzkrieg è realizzata secondo lo schema del doppio avvolgimento sulle ali: una tenaglia le cui ganasce debbono chiudersi rapidamente attorno alla capitale, circondando il grosso delle forze nemiche e tagliando la strada di una possibile ritirata in Romania. La risposta strategica polacca a questa manovra è un errore mortale: lo schieramento di tutto l'esercito lungo la frontiera con la Germania senza con· servare alcuna consistente riserva: così, praticamente prive dell'aviazione perché, come scriverà Churchill nelle memorie, in due soli giorni l'arma aerea polacca è stata messa fuori combattimento -le armate del maresciallo polacco Smigly-Rydz vengono spezzate in tanti tronconi che, in una confusione indescrivibile, vengono eliminati metodicamente uno dopo l'altro con stermini e grandi masse di prigionieri, ma non è neppure escluso con l'alto comando polacco abbia agito così sia per la convinzione 'della propria superiorità. sia per il fatto che la Francia, in base al recente accordo segreto Gamelin-Kasprjzki, è impegnata a scatenare, all'apertura  delle ostilità, una massiccia offensiva aerea contro la Germania e a lanciare, entro quindici giorni dalla mobilitazione, un attacco alla linea Siegfrid. Ma questi aiuti non arrivano, gli accordi vengono dimenticati o abilmente aggirati e le divisioni di Smigly-Rydz sono costrette a ritirarsi, fatta eccezione per il gruppo di Poznan che è circondato. Quello di Lodz viene tagliato in due dall'urto della loa Armata: una metà retrocede verso Radow, l'altra è respinta a Nord e, nel varco così aperto, penetrano due divisioni di carri armati lanciate su Varsavia. Nella prima settimana di guerra, dal1' 1 all'8 settembre, il destino della Polonia è già segnato. Nel porto di Danzica la corazzata tedesca Schleswig- Holstein -che vi era giunta, in «visita di cortesia», alla vigilia dello scoppio del conflitto -apre il fuoco contro le fortificazioni portuali; con· temporaneamente reparti del genio si lanciano all'attacco e, dopo furibondi combattimenti, conquistano il Palazzo delle Poste e obbligano gli avversari alla resa. «Danzica è in mano tedesca, è tornata a far parte del Terzo Reich» proclama, alla radio. Forster, il Gauleiter nazista della città. Più lunga e sanguinosa è la battaglia nel Corridoio: sui polacchi, che hanno concentrato il grosso delle forze dinanzi alla 3a Armata di von Kuchler e la4° di KIuge, si scagliano i panzer di Heinz Guderian, il padre dell'arma corazzata tedesca, i quali infrangono la linea nemica e, avanzando alla velocità di 70-80 km al giorno, impediscono all'avversario di creare nuove posizioni difensive. La risposta di Smigly-Rydz è tanto eroica quanto inutile: le ripetute cariche della brigata di cavalleria Pomorska si vanificano, sanguinosamente, contro i cingoli dei carri armati. Dopo un giorno e mezzo di battaglia, il 4 settembre, le armate di von Kuchler e KIuge si incontrano lungo la Vistola e piombano su Varsavia mentre List, con la 14a, giunge a Cracovia, il 6 la conquista e prosegue in direzione di Lublino e Brest-Litovsk. La pressione è così rapida e violenta che la notte stessa il governo polacco abbandona la capitale e 1'8 la città viene raggiunta dall'armata di KIuge: «Alle ore 17,15 reparti corazzati

tedeschi sono entrati inVarsavia», annuncia trionfalmente il bollettino radio. E, invece, la capitale non cade. Il suo presidio, comandato dal generale Czuma, resiste a oltranza e respinge a prezzo di molte perdite gli attaccanti tanto che von Brauchitsch, fra il 9 e il 17 settembre, fa accorrere le riserve delle armate di von Kuchler e List che accerchiano la città anche al di là della Vistola mentre dal centro dello schieramento tedesco avanza, come colpo di maglio definitivo, l'armata di Reichenau. Contro di lui, in una manovra disperata, il generale Kutrzeba scaglia tutte le forze che ha a disposizione, compresi i reparti in ritirata da Lodz, sicché Reichenau, per proteggere le proprie linee è costretto a chiedere l'intervento di Blaskowitz e di un corpo d'armatadi Kluge. Alla dura lotta per conquistare Varsavia, che ormai si difende quartiere per quartiere, prende. parte anche un reggimento di artiglieria -appaitenente alla 12° Divisione dell'Armata di von Kuchler -nel quale presta servizio uno dei più alti ufficiali tedeschi, l'ex comandante in capo dell'esercito, il Generaloberst barone Werner von Fritsch, che Hitler, per impadronirsi del comando supremo della Werhmacht, aveva costretto nel febbraio 1938 a dare le dimissioni. II reggimento di Fritsch -che ha occupato la periferia di Praga, sobborgo di Varsavia sulla riva orientale della Vistola -è impiegato nell'attacco finale alla stazione ferroviaria ma, durante un servizio di pattuglia, l'ex Generaloberst è colpito da una raffica di mitragliatrice e muore (si dirà poi che è stato ucciso dalla Gestapo ma la notizia pare poco credibi· le). La mattina del 16 settembre i parlamentari tedeschi intimano la resa al generale Czuma e, nel pomeriggio, aerei lanciano sulla città migliaia di volantini che contengono l'ultimatum: se entro dodici ore Varsavia non si arrende «tutto il territorio sarà considerato zona di guerra, con tutte le conseguenze che·ne deriveranno».

 I polacchi non ri. spondono e la Luftwaffe comincia il bombardamento. L'indomani; domenica 17 settembre, von Brauchtitsch annuncia con un proclama che la campagna di Polonia è virtualmente finita e, nella stessa giornata, in base al protocollo segreto dell'accordo Ribbentrop-Molotov di fine agosto, l'Armata Rossa entra in territorio polacco: «ll governo di Mosca» afferma una dichiarazione del ministero degli Esteri dell'URSS per giustificare questa pugnalata alle spalle di un esercito morente «non può tollerare che i propri fratelli ucraini e bielorussi vi· venti in Polonia siano abbandonati senza alcuna protezione». II 18 i sovietici occupano Brest-Li· tovsk.incontrando i tedeschi di List, e poi dilagano nelle regioni orientali polacche delimitate dai fiumi Narew, Pisa, San e Vistola (anche se, successivamente, con un altro accordo, cederanno alla Germania le terre ad Est di Varsavia e di Lublino in cambio di Estonia, Lituania e Lettonia): per i sovietici è una conquista a buon mercato; le perdite più gravi sono quelle subite dai tedeschi con 10.572 morti, 30.322 feriti e 3.400 dispersi ll14 settembre si è arresa Gdynia e il 19 Poznan: in tutta la Polonia soltanto Varsavia e Modlin resistono. Nella capitale, devastata dai bombardamenti, mancano pane, acqua e luce: la gente, affamata, strappa via brandelli di carne alle carogne dei cavalli trovate lungo le strade. La resistenza prosegue ancora una settimana finché la mattina del 25 comincia un tremendo bombardamento aereo e per due giorni la Luftwaffe scarica su Varsavia migliaia e migliaia di tonnellate di bombe. Mentre la sera del 27 la radio polaccadiffonde le note di uno studio di Chopin (La caduta di Varsavia) il generale Czuma e il sindaco della capitale, Starzynski, annunciano la resa. Ormai anche il governo ha abbandonato la Polonia: il presidente della repubblica, Moschicki, il ministro della Guerra, Kosorzychi, lavedova e le figlie del maresciallo Pilsudski; il maresciallo Smigly-Rydz e il ministro degli esteri, Beck, si sono rifugiati in Romania, attraverso il ponte di Kuty, prima di raggiungere Londra dove continueranno la lotta al nazismo. La piazzaforte di ModIin capitola il 29 settembre e l'ammiraglio Unrugh, che combatte nella penisola di Hel, si arrende il 1° ottobre. Anche se il corpo d'armata del generale K1eeberg resiste fino al 6 ottobre e la guerriglia durerà ancora sei o sette mesi, la campagna polacca è defmitivamente conclusa: le battaglie vere e proprie sono durate tre settimane. Il 28 ottobre Germania e URSS si dividono la Polonia. Hitler. scortato dal comandante del suo quartier generale, il futuro feldmaresciallo Erwin Rommel, entra a Varsavia da trionfatore e decide l'annessione al Reich della Polonia occidentale mentre nella regione di Varsavia viene costituito un Governatorato Generale a capo del quale il Fuhrer chiama l'avvocato Hans Frank, il trentanovenne ex ministro bavarese della Giustizia. Questo «Generalgouvernement>, detto altrimenti «Territorio periferico del Reich tedesco», è concepito come riserva temporanea per i polacchi non assi· milabili: privo di qualsiasi garanzia costituzionale e internazionale, e governato solo dal diritto di occupazione, comprende 12-15 milioni di abitanti, in pratica senza cittadinanza, e in realtà rappresenta un aperto dominio per la polizia e le SS anche perché, entro il suo perimetro, sorgono i campi di ster· minio di Treblinka, Belzec, Sobibor. Frank, appena insediato, dichiara che Varsavia «non dovrà più essere ri· costruita» e, a titolo dimostrativo, va di persona a staccare l'àquila d'argento dal tetto del castello reale. Il centro politico del Governatorato è quindi trasferito a Cracovia. Che cosa fa Frank? Distrugge tutto. Non per nulla scriverà nel diario che se non si decise a sterminare i quindici milioni di polacchi del Governatorato Generale fu soltanto perché ciò avrebbe comportato un apparato terroristico e un numero di uomini che egli non aveva a disposizione. Per prima cosa la sua azione si rivolge alla manodopera, alla «manovalanza schiava» che dal Reich gli viene richiesta senza tregua per far funzionare le industrie di guerra: Goring gli ordina di inviare in Germania un milione di operai e Frank, orgoglioso e soddisfatto, il 20 aprile '43 potrà scrivere di averne mandati già 300.000 in più della cifra stabilita (al marzo '44 il numero salirà a due milioni e Frank commenterà: «Ad una vacca si può chiedere o illatte o la carne; se voglio avere il latte debbo tenere in vita la vacca»). La carica di Governatore Generale ha conferito a Frank, che a Cracovia si è insediato nella rocca del Wavel, l'antica reggia polacca che aveva un tempo accolto gli Jagelloni e i Sobieski, una certa sovranità su tutta la Polonia e largo potere decisionale sul suo futu· ro. «Sono ilre tedesco di Polonia» dice altezzosamente a Curzio Malaparte, «der deutsche Konig von Polen» (e a Berlino, fra gli alti gerarchi nazisti, la Polonia è chiamata «Frankreich», che significa tanto Francia quanto Regno di Frank). Secondo la visione distruttrice di Hitler, Frankdovrebbe sfruttare e contemporaneamente annientare i polacchi ma egli si rende conto del danno che questo principio razzista del Fuhrer finirebbe per arrecare all'economia di guerra che ha soprattutto necessità di prodotti agricoli e di manodopera Frank pensa quindi di fare del Governatorato Generale un vero e proprio Stato, elemento di «un impero tedesco composto di vari popoli», dominato da una classe dirigente tedesca. Forse mai, nella lunga storia degli orrori nazisti, un altro Paese subì una persecuzione così meticolosa e così spietata. Nel Governatorato Generale vengono requisite tutte le radio e il possessore di un apparecchio clandestino è punito con la morte: secondo un'ordinanza di Frank, altoparlanti installati nelle strade e nelle piazze principali provvederanno a diffondere «notizie» in lingua polacca. Tutti i teatri sono chiusi. I pochi autorizzati a funzionare possono presentare soltanto riviste di avanspettacolo, con sketch imperniati sul sesso e l'erotismo. Drammi e opere liriche sono proibiti; proibita la musica  classica, i canti popolari e nazionali. Contrariamente a quanto Frank disse a Malaparte, al primo posto della «lista nera»» della musica vietata vi sono le opere di Chopin. Anche i concerti nei caffè sono proibiti. I polacchi non possono neppure esercitare gli sport.Per contro l'autonta tedesca di occupazione ricompensa gli scolari polacchi per le raccolte di rottami di ferro con abbondanti distribuzioni di acquavite, a norma di una delle disposizioni di Frank, infatti, «debbono essere favoriti l'alcolismo e le pratiche abortive»». Ma è soltanto il primo passo: il successivo -lo sterminio degli ebrei -sarà quello che condurrà Frank «nell'ombra della morte»» e gli farà confessare a Norimberga, fra le lacrime, che «non basteranno mille anni per cancellare le colpe della Germania»».

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