A metà ottobre del 1939 avviene l'impresa più sbalorditiva dei sommergibili tedeschi, il forzamento di Scapa Flow e l'affondamento di corazzate, la Royal Oak da parte dell’U-47 comandato dal tenente di vascello Gunther Prien. Per ben oltre un secolo, la base di Scapa FIow, una stretta e munita insenatura fra le quattro maggiori isole delle Orcadi e una miriade di scogli all'estremità settentrionale della Scozia, grigia e gravida di nebbie ,perennemente da settembre a giugno, battuta dalle onde che si scontrano tra il Mare del Nord e le sterminate distese dell'Atlantico, è la "tana" delle più potenti navi britanniche della Home Fleet. Alle 19 del 14 ottobre il comandante Prien emerge col suo U-47 nella munitissima base ed indirizza una sventagliata di quattro siluri
contro due gran di corazzate, la Royal Oak e la Repulse. Un solo siluro colpisce e scoppia ma è una esplosione poco violenta, che non fa danni e serve solo a dare l'allarme: si accendono i riflettori, urlano le sirene, i cacciatorpediniere accendono le caldaie. A questo punto, avviene l'inconcepibile. Con la base in allarme, Prien porta il suo sommergibile (sempre in emerione, tra la sagoma del battello e la bassa torretta si scorgono ben stagliate contro lo sfondo del recinto) nel punto della rada più lontano dall'ormeggio della Royal Oak e della Repulse, ricarica i tubi lanciasiluri, torna indietro con un ampio giro e ordina un secondo attacco. In tutto quaranta minuti di manovre "dentro" la base nemica, ad allarme già dato, (con il famoso episodio -ricostruito in un film di guerra singolarmente fedele -dell'automobile che dalla banchina a terra punta i fari addosso al battello. La Royal Oak è scossa questa volta da una deflagrazione terrificante, si vede una torre di artiglierie proiettata in alto, poi i due tronconi precipitano sul basso fondale. Con la nave periscono 786 fra ufficiali e uomini d'equipaggio. Per Prien è il trionfo. Accanto alla Luftwaffe, ai sommergibili e alle mine magnetiche -che dominano il panorama bellico dopo la campagna di Polonia -il Comando Supremo della Wehrmacht e la Seekriegsleitung,
il Comando operativo della Marina tedesca, possono ancora contare, nel loro tentativo di contrastare la potenziale superiorità navale britannica, sulle unità di superficie, che sono però in numero ben inferiore a quelle anglo-francesi, e costrette a operare prevalentemente se non esclusivamente nell'esiguo triangolo del Mare del Nord, perché è impensabile persino un tentativo di passare attraverso la Manica, e i varchi a settentrione della Scozia sono continuamente pattugliati. Le navi di cui dispongono i tedeschi sono modernissime e bene armate (in particolare i due incrociatori da battaglia Gneisenau e Schamhorst di 31.600 tonnellate di dislocamento standard e nove pezzi da 280 millimetri, varati alla fme del 1936, nonché le tre «corazzate tascabili» Deutschland, Admiral Scheer e Admiral Graf Spee). A queste navi viene assegnato il compito, nei piani teorici formulati dall'Ammiragliato tedesco, di esercitare una minaccia potenziale, la cosiddetta pressione di una fleet in beeing, nei confronti della Home Fleet britannica. Le unità germaniche hanno inoltre l'incarico di spingersi in pieno Atlantico e proteggere da lontano le navi corsare. La zona di ricerca assegnata alla Deutschland è l'Atlantico del Nord, quella della Graf Spee l'Atlantico del Sud e l'Oceano Indiano. Le due navi dispongono d'una complessa organizzazione di appoggio, di cui gli inglesi non sembrano avere alcuna idea. Compito del servizio, mimetizzato ovunque come una normale impresa commerciale import-export, è di equipaggiare i mercantili tedeschi sorpresi nei mari esterni
al momento dell'inizio delle ostilità, seguire ogni loro movimento, procurare loro i rifornimenti maggiormente richiesti e farli salpare, con un certo ordine, perché incontrino i «corsari» nei punti prestabili. Il 30 settembre cade la prima vittima della GrafSpee, la Clement, una nave di 5000 tonnellate di stazza lorda che naviga a pieno carico e che è stata sorpresa allargo della costa brasiliana in corrispondenza del saliente continentale. Non si tratta di una preda facile. Da quel giorno e fmo al 13 dicembre per 75 giorni e 75 notti, nella splendida estate del tropico australe, la Graf Spee scorrazza nell'Atlantico meridionale fra il saliente africano e le coste del Brasile e dell'Argentina, insidia le rotte che poggiando su Freetown nella Sierra Leone, congiungono Liverpool a Cito tà del Capo. Si spinge anche a Oriente per una puntata nel canale del Mozambico e nell'Oceano Indiano al comando del capitano Hans Langsdorff, quarantacinquenne. Navigando nell'Atlantico del sud avvista, al largo del Rio de la Plata, la divisione navale delle Falkland al comando del commodoro Henry Harwood, in tempo di pace buon amico dello stesso Langsdorff e ora suo nemico mortale. Harwood sarà poi promosso contrammiraglio e decorato con l'Ordine del Bagno al termine dell'azione. La prima unità, sulla quale è imbarcato lo stesso Harwood, è l'Ajax; la seconda e l'Achilles (ambedue con pezzi da 152); la terza è l'Exeter, armata con calibri da 203. Langsdorff li attacca, mette fuori combattimento l'Exeter e poi, pur essendo in grado di sbarazzarsi delle al· tre due navi nemiche, fatti i conti delle proprie perdite (37 morti e 60 feriti) e necessitando di riparazioni urgenti si rifugia nella rada di Montevideo (l'Uruguay è neutrale). Langsdorff chiede al governo uruguayano di essere autorizzato a una sosta sufficiente per le riparazioni, e specifica questo termine in due settimane. L'ambasciatore britannico replica facendo pressioni sulle autorità di Montevideo affinché la GrafSpee venga autorizzata a sostare per non più di venti· quatt'ore onde compiere le riparazioni più urgenti oppure sia internata per tutta la durata della guerra. Poi, però, gli inglesi cambiano tattica e tentano di bloccare Langsdorff nel porto, ordinando ai loro mercantili di salpare nella misura di una nave al giorno:la legge internazionale, infatti, stabilisce che· un mercantile in partenza da un porto neutrale ha il diritto di salpare con ventiquattr'ore di anticipo su qualsiasi nave nemica presente nel porto, allo scopo evidente di impedire che il mercantile possa venir inseguito e affondato in mare aperto. Gli inglesi sperano, con questo espediente, di guadagnare il tempo necessario per far affluire un maggior numero di navi da guerra nella zona. Di fronte a queste richieste contrastanti, le autorità uruguayane scelgono un compromesso: concedono alla Graf Spee tre giorni di sosta. Lo stesso giorno Langsdorff ha il malinconico dovere di condurre i suoi uomini ai funerali dei 37 camerati caduti, nel cimitero protestante di Montevideo. Al termine del rito, tutti i tedeschi presenti fanno il saluto nazista. Tutti meno uno: il capitano di vascello Langsdorff rende ai suoi uomini il vec· chio saluto militare, al cospetto dei fotografi e della stampa di tutto il mondo. In questa circostanza, è un aperto gesto disfida. Allo scadere del tempo concesso Langsdorff deve prendere una decisione. Allora informa Berlino che deve andare incontro a una sicura sconfitta o accettare il disarmo della nave. Un gran brutto messaggio per Hitler. IlFiihrer non misura i termini e accusa apertamente Langsdorff di "mancanza di ardimento:. Poi detta il telegramma di risposta. E un ordine tassativo, al quale bisogna obbedire senza esitazioni e obiezioni: "Nessun disarmo della nave e nessun internamento dell'equi· paggio dovrà essere consentito. Uscite da Montevideo e cercate di raggiungere Buenos Aires, combattendo sul Rio de la Plata se necessario. Qualora ne foste assolutamente costretto, affondate la nave assicurandone la distruzione totale". Alle 18.15 del 17 dicembre la Gra! Spee salpa gli ormeggi nella rada di Montevideo con la bandiera di combattimento issata. Nella sua scia segue il mercantile tedesco Tacoma, che si trovava casualmente nel porto, e sul quale viene trasbordata buona parte dell'equipaggio della corazzata. Appena fuori dal porto, la Graf Spee segue il canale delimitato dalle boe, quindi accosta a dritta. A tre migliadall'ultima boa Langsdorff fa fermare le macchine, dà fondo alle ancore e ordina di collocare le micce. Pochi minuti dopo, appena abbandonata la nave, immani rombi scuotono l'aria fmo a parecchie miglia di distanza. La corazzata tascabile Admiral Gra! Spee è distrutta persempre. In una stanza dell'Arsenale di Buenos Aires, dove si è recato in volo e ha trovato ospitalità, il comandante Lan· gsdorff si toglie la vita con un colpo di pistola. Nella tasca della sua uniforme viene trovata una lettera indirizzata al Comando supremo della Marina germanica tramite l'ambasciatore in Argentina. È il suo testamento.
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