Cronologia degli eventi

mercoledì 12 gennaio 2011

La bisettrice della guerra

Nel 1941 e 1942 gli Alleati hanno dovuto restare sulla difensiva, aspettando che l'ondata nemica si calmasse. Alla fine del 1942, in effetti, su tutti i teatri di operazioni si delinea un rovesciamento della marea; gli Alleati non hanno ancora raccolto tutte le loro forze ma i loro aggressori sono in affanno: ci si trova davvero, in presenza di una «bisettrice della guerra». Tutto è cominciato nel Pacifico. Lo scopo dei giapponesi non era certo di sbarcare negli Stati Uniti, né la loro ambizione di battere totalmente gli americani, ma solo di obbligarli ad accettare il loro impero in Asia. Nell'aprile 1942, una delle portaerei americane scampate al disastro di Pearl Harbor bombardò Tokyo. dove l'emozione per l'avvenimento fu enorme. I giapponesi decisero allora di estendere il «perimetro difensivo» delle loro conquiste sino alle isole Aleutine e alle Hawai. A questo scopo si affrettarono ad inviare una grande flotta per impadronirsi dell'isola di Midway; ma gli americani, che avevano decifrato i messaggi dei loro nemici, li attendevano a piè fermo; il 4 e 5 giugno 1942, essi gli inflissero una grave sconfitta, grazie alla loro superiorità aerea; i giapponesi perdettero nella battaglia quattro portaerei, ciò che fu sufficiente a compromettere la superiorità aeronavale acquisita a Pearl Harbor. Un po' più tardi, la loro avanzata fu bloccata aSud, aGuadalcanal,dovegliamericanioperarono,nell'agosto 1942, la loro prima operazione anfibia di sbarco. Nello stesso tempo la necessità dei giapponesi di effettuare tutti i loro trasporti per mare, la lunghezza delle loro linee di comunicazione, l'impossibilità di proteggere tutti i convogli offrivano molte buone occasioni ai sottomarini americani; al 31 dicembre 1942, questi avevano colato a picco un milionedi tonnellate di navi nemiche. L'ora della controffensiva americana non era ancora suonata nel Pacifico; ma i giapponesi non progredivano più. In Africa le cose andavano ali'incircaallo stesso modo pergli italiani e i tedeschi. Mentre era in corso la sua offensiva in Unione Sovietica, Hitler non aveva potuto decidersi a intraprendere vaste operazioni nel Mediterraneo, in direzione di Gibilterra, di Malta o di Biserta. Egli si era accontentato di inviare alcune squadriglie della Luftwaffe in Sicilia, e un corpo d'annata, sotto il comando di Rommel, in Libia. Per entrambi i campi, il successo era legato all'arrivo regolare del materiale, vale a dire alle vicissitudini della guerra dei convogli, diretti dali 'Est ali 'Ovest per gli Alleati, dal Nord al Sud per l'Asse, giocando Malta un ruolo capitale all'incrocio delle due vie. Nella primavera del 1942, avendo ricevuto i rinforzi desiderati, Rommel era scattato all'offensiva; molto rapidamente era arrivato a 60 chilometri da Alessandria, mentre la flotta inglese evacuava per prudenza; l'Egitto èminacciato, i nazionalisti si agitano e Mussolini si prepara a fare il suo ingresso trionfale al Cairo, su un cavallo bianco. Ma l'allungamento delle linee di vettovagliamento e l'usura dovuta ai combattimenti precedenti privano Rommel della benzina e dei carri necessari per superare vittoriosamente l'ultima tappa. Gli inglesi ricevono materiale americano, cambiano il comando della loro annata e preparano minuziosamente una controffensiva, che Montgomery lancia alla fine di ottobre 1942 a El Alamein, con un successo tale che, nel gennaio 1943, si impadronisce di Tripoli. Inoltre, le forze dell'Asse sono prese alle spalle dalla prima grande offensiva alleata: uno sbarco americano in Marocco e in Algeria 1'8 novembre 1942. Grazie all'aiuto dei resistenti francesi Questo sbarco era riuscito malgrado la grande inesperienza dei generali alleati e benché le truppe francesi avessero ricevuto da Vichy l'ordine di combattere gli Alleati. Il successo, tuttavia, fu soltanto parziale. Militarmente, le basi dell'attacco si rivelarono troppo strette, e gli italo-tedeschi poterono assicurarsi una testa di ponte a Tunisi e a Biserta, in modo da dare una mano all'Afrika Korps. Politicamente, un imbroglio durevole era stato creato dalla presenza inopinata ad Algeri dell'ammiraglio Darlan, delfino di Pétain, che gli americani intronizzarono come comandante in capo civile e militare, malgrado la sua azione in favore dei collaborazionisti e la grande indignazione dei francesi liberi e dei resistenti clandestini. L'esecuzione di Darlan, nel dicembre 1942, non mise fine all'ambiguità della situazione; quando in Francia il regime di Vichy era praticamente scomparso dopo l'invasione della zona Sud e l'autoaffondamento della flotta a Tolone, riprese vita ad Algeri, nel campo alleato. Tuttavia i vantaggi dello sbarco erano incontestabili: ormai Malta era salva, l'Afrika Korps condannato a scadenza più o meno lontana, l'Italia si offriva, nella sua fragile lunghezza, ai colpi degli Alleati. Tuttavia è chiaro che questo successo non avrebbe potuto essere riportato dai soli inglesi, e che essi erano sempre più tributari dell'aiuto americano, in uomini e in armi. Il loro inoltro verso le Isole britanniche attraverso l'Atlantico era notevolmente compromesso dagli attacchi dei sottomarini tedeschi contro i convogli. Questi, in effetti, tra il settembre 1939 e il dicembre 1941, hanno colato a picco circa otto milioni di tonnellate di navi mercantili alleate; le perdite sono ancora più pesanti nel giugno 1942: 800.000 tonnellate; un'imbarcazione alleata con il suo carico di uomini e cose èdistrutta ogni quattro ore. Ma i cantieri navali inglesi lavorano a pieno ritmo, e i nuovi cantieri americani si moltiplicano sui Grandi Laghi; tuttavia essi non riescono a costruire ancora tanto tonnellaggio quanto i tedeschi inviano a fondo. Inoltre i tedeschi mettono in scalo di costruzione più sottomarini di quanti navi da guerra e aerei alleati non ne distruggano.
Se non si fosse messo rimedio a questa situazione catastrofica, era chiaro che mai la Gran Bretagna sarebbe divenuta il trampolino di una grande offensiva contro il Reich; al contrario la sua combattività sarebbe andata indebolendosi. . L'aumento del numero delle portaerei di scorta ridusse le perdite, e l'entrata in guerra del Brasile permise una migliore sorveglianza dell'Atlantico del Sud; ma soprattutto navi di scorta e aerei alleati vennero a poco a poco dotati di un nuovo apparecchio di radar, detto centrimetrico, che pennetteva loro di rivelare i sottomarini da più lontano e con maggiore precisione; riemergere per i sottomarini diviene pericoloso; nell'ottobre 1942, tredici sottomarini tedeschi scompaiono, undici soltanto li rimpiazzano; nel marzo 1943, iltonnellaggio alleato affondato comincia a diminuire; nella guerra dei convogli dell'Atlantico, questo polmone della coalizione alleata, un rovesciamento della situazione sta per prodursi, benché sia difficile predire se potrà essere definitivo e decisivo. È tuttavia nell'Unione Sovietica, dove ha impegnato maggiori forze, che Hitler deve subire il suo scacco più grave. Nel luglio 1942, il Ftihrer aveva fissato come obiettivo principale alla Wehrmacht la presa di Stalingrado. Si trattava di tagliare la grande linea di arroccamento Nord-Sud del Volga; ma sembra che il nome stesso della città abbia suonato come una sfida alle orecchie di Hitler. Comunque sia, all'iniziodell'agosto la VIannata tedesca, comandata da Von Paulus, arrivò dinanzi alle difese esterne di Stalingrado frettolosamente fortificata per arrivare·, il 23 agosto, a costeggiare il Volga. Il 13 settembre, cominciò l'attacco alla città e una battaglia furiosa si impegnò nelle strade, nelle case e soprattutto nelle fabbriche trasformate in bastioni; ci si batté sui piani, nelle stanze, nelle cabine degli ascensori, da un edificio all'altro, a colpi di bombe, alla baionetta. L'obiettivo tedesco sembrava raggiunto; ]a presa totale della città non era più che una questione di prestigio; Hitler ordinò di portarla a termine nella convinzione che i russi sarebbero stati nell'impossibilità di passare all'offensiva prima dell'inverno. Ma lo stato maggiore sovietico aveva riunito forze superiori a quelle dell'assalitore, in blindati soprattutto, e aveva messo a punto un piano di accerchiamento delle truppe tedesche avventuratesi nella città. L'attacco sovietico, cominciato il 19 novembre su un fronte ridotto di 200 chilometri, disperse le divisioni romene e accerchiò 22 divisioni tedesche. Invece di ordinare il loro ripiegamento, Hitler decise di rompere l'accerchiamento; è ciò che tentò Von Manstein il 19 dicembre; le sue unità di avanguardia arrivarono a 41 chilometri dall'armata di Paulus troppo sfinita per tender loro la mano, mentre i russi strigliavano l'esercito italiano, che batté in ritirata su 200 chilometri. Non restava che fornire vettovagliamenti via aerea alle truppe tedesche accerchiate, con la speranza che po~ tessero tenere sino alla primavera. Ma la morsa sovietica si chiudç poco a poco intorno ad esse mentre il freddo e le malattie le deci:.. mano. Il 2 febbraio 1943, Paulus capitola; il suo esercito ha perduto 100.000 uomini; altri 90.000 sono fatti prigionieri, di cui 24 generali. Minacciate di essere tagliate fuori, le armate tedesche, che avevano raggiunto i contrafforti del Caucaso, ripiegano precipitosamente sino a Rostov, di cui i russi si impadroniscono nel febbraio 1943. Il mito dell'invincibilità dell'esercito tedesco, e della inf~lIibilità del Fiihrer, è distrutto. Il prestigio dell'Unione Sovietica invece aumenta nel mondo intero e, in primo luogo, neH'Europa occupata. Su tutti i fronti, alla fme del 1942, la vittoria ha sospeso il suo volo, senza avere ancora scelto definitivamente il suo campo.

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