Cronologia degli eventi

martedì 25 gennaio 2011

Le Conferenze di Yalta e di Potsdam

Churchill, Roosevelt e Stalin alla conferenza di Jalta, 1945
Gli Alleati non avevano atteso la fine delle ostilità per preparare il dopoguerra. Ma essi perseguivano scopi molto diversi tra loro. Le idee di Roosevelt si erano pienamente espresse nella Carta Atlantica gli Stati Uniti non avevano alcun secondo fine di conquista; ,tuttavia il loro dinamismo economico e fmanziario era in crescita, nel corso stesso del conflitto, altrettanto il loro ascendente sul resto del continente americano, a danno della Francia e,soprattutto,dell'inghilterra; inoltre, nel momento in cui si delineava la vittoria, il presidente degli Stati Uniti era soprattutto preoccupato dalla possibilità di una terza guerra mondiale che avrebbe potuto essere scongiurata, dal suo punto di vista, da un'intesa durevole tra i tre Alleati; tutti i suoi sforzi erano tesi a preservare questa pace. Stalin aveva un po' tardato ad approvare la Carta Atlantica; ma non mise molto tempo a rendere visibili le sue batterie; egli non riconosceva alle popolazioni che avevano fatto in altri tempi parte della Russia il diritto di rifiutarsi di esservi di nuovo integrate; il padrone del Cremlino intendeva riacquistare tutti i territori annessi in applicazione del patto russo-tedesco; nel settembre 1944, aveva imposto alla Finlandia la restituzione di quei territori che questa aveva riconquistato grazie alla grande avanzata della Wehrmacht. Quanto a Churchill, si era battuto per due obiettivi: impedire un'egemonia della Germania sul continente europeo e conservare alla Gran Bretagna tutta la sua potenza. Per Churchill cioè la CartaAtlantica non si applicava ai popoli dell'impero britannico. In Europa, se per lungo tempo aveva pensato che l'Armata rossa, esausta, si sarebbe fermata una volta raggiunta la liberazione del territorio sovietico, Churchill dovette ben presto ricredersi: la sua avanzata verso occidente aveva dato a Stalin opportunità politiche di cui avrebbe saputo servirsi a meraviglia.

Attlee, Truman, e Stalin a Potsdam
Nell'ottobre 1944, Churchill si era recato a Mosca, ed aveva concluso con Stalin un accordo verbale da veri mercanti di ca,valli che, in percentuali di una applicazione difficile, doveva determinare la parte di influenza che ciascuno avrebbe avuto nell'Europa centrale. A Yalta (febbraio 1945) e a Potsdam (luglio 1945) gli anglo-americani sono nella posizione di richiedenti rispetto ali'Unione Sovietica; a Yalta essi si sono appena rimessi dal colpo subìto nelle Ardenne; nei due incontri, essi vogliono ottenere un impegno dell'Unione dell'Armata rossa contro il Giappone -benché a Potsdam Truman, succeduto a Roosevelt, già sappia di poter contare sulla bomba atomica. Ma nessuno era sicuro dei risultati che avrebbe avuto. Roosevelt era molto preoccupato del conflitto che si andava delineando tra l'Inghilterra e l'Unione Sovietica, ma credeva che gli Stati Uniti avrebbero potuto restare in disparte. Senza consentire ad eccessive concessioni a Stalin, come fu accusato più tardi, egli si sforzò di non scontentarlo; a Potsdam, sebbene con più rigidità e diffidenza, Truman adottò lo stesso atteggiamento del suo illustre predecessore; fu così che gli eserciti angloamericani evacuarono la parte del territorio tedesco che si trovava nei limiti della zona di occupazione rossa-anche se Churchill avrebbe voluto conservarla per servirsène come merce di scambio nelle conversazioni con StaliIt. Ma la Gran Bretagna non è più una potenza di primissimo piano uguale ai suoi due alleati; Churchill deve piegarsi e, poiché i laburisti hanno la meglio alle elezioni legislative che seguono la conclusione della guerra in Europa, il suo successore Attlee, che non ha la sua levatura e che è soprattutto preoccupato per i problemi di politica interna, gioca un po' un roolo di comparsa a fianco dei due partner. È così che, senza che si sia realizzata·a Yalta una divisione del mondo, come si è abbondantemente detto e scritto, si è stabilito di fatto (e la situazione così creata è stata confermata a Potsdam) una sorta di condominio, per dirigere il mondo, delle due superpotenze che il conflitto aveva fatto emergere. È dal loro accordo che dipenderanno le regole previste per le questioni controverse in sospeso -occupazione e sorte della Germama vinta, problema polacco, statuto dell'Europa centrale satellizzata dal Reich, avvenire degli imperi coloniali, occu-' pazione e sorte del Giappone, creazione e organizzazione di una nuo-) va Società delle Nazioni; senza dimenticare questioni minori come il '{ passaggio degli stretti turchi, lo statuto di Tangeri, l'evacuazione dell'Iran, l'occupazione dell'Austria, la libertà di navigazione sulle rotte.' internazionali, ecc.

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