Cronologia degli eventi

martedì 25 gennaio 2011

Perdite e distruzioni

Nella grande lacerazione del conflitto, gli Alleati avevano pensato a chiudere le piaghe che avevano aperto: avevano moltissimo da fare tanto erano elevate le perdite in uomini ed estese le distrozioni materiali. E impossibile censire esattamente «il grande salasso» ma si può valutarlo in 50 milioni di persone, vale a dire quattro volte più della guerra 1914-1918: la metà erano civili. Nell'Unione Sovietica si contano 20 milioni di morti, cioè il 10% della popolazione; in Polonia questa proporzione si eleva al 15%. I tedeschi hanno perduto 5 milioni di esseri umani -i tre quarti sul fronte orientale -di cui 500.000 vittime dei bombardamenti. Nell'Europa occidentale le cifre sono meno elevate ma, altra caratteristica specifièa del conflitto, le vittime dei crimini nazisti sono altrettanto numerose di quelle dei combattimenti. Per mancanza di stato civile, è impossibile conoscere esattamente le perdite della Cina -calcolabili tra tre e otto milioni di uomini. Il genocidio degli ebrei è valutato a sei milioni di scomparsi. Gli americani, impegnati su due fronti, hanno perso solo 300.000 soldati - non per nulla erano in anticipo di una guerra, quella delle macchine, sui loro alleati e avversari. Ma quel che potrà apportare un'altra conflagrazione, ognuno può capirlo con terrore tenendo presenti i 200.000 morti, in pochi secondi, di Hiroshima e di Nagasaki. Inoltre, le operazioni militari avevano comportato vasti movimenti di popolazioni, sia organizzate dall'occupante -espulsioni dei lorenesi, dei polacchi, scambi dei tirolesi, ecc. -sia provocati dalla paura -esodo del giugno 1940 in Francia e fuga di milioni di tedeschi dinanzi all'avanzata dell'Armata rossa nel 1945. A questi si aggiungono i milioni di prigionieri di guerra, dei rastrellati dal Servizio del lavoro obbligatorio o di coloro che furono deportati nei campi di concentramento -circa quindici milioni di persone in Germania. In effetti nessun paese fu realmente risparmiato; l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti conobbero migrazioni di lavoratori al di là degli Urali o del Sud agricolo verso 'il Nord~Est industriale. Complessivamente si valutà a 30 milioni il numero dei profughi. Molti anni ancora dopo la fine delle ostilità, più di un milione vegeteranno in campi improvvisati, nell'attesa incerta di un porto dove gettare l'ancora. L'asprezza dei combattimenti, il via vai degli eserciti contrapposti sugli stessi territori, l'ampiezza dei bombardamenti con l'aviazione o l'artiglieria, le operazioni di rappresaglia, spiegano la pesantezza delle distrUzioni materiali. La Germania, l'Unione Sovietica, la Polonia funrono i paesi più colpiti: un rapporto polacco stima le perdite alI'80%. dei mezzi di trasporto, al 50% del bestiame, al 31%. del prodotto nazionale; in Jugoslavia, il 20% delle case erano state distrutte; in Francia, su 83.000 chilometri di strade ferrate 37.000 erano state danneggiate cosi come 1900 opere d'arte; in Germania e in Giappone la maggior parte delle città non era che rovine e cenere; l'Italia era stata distrutta dal Sud al Nord dello stivale ma la regione più ricca, la pianura padana, era stata risparmiata; anche la Gran Bretagna non era uscita indenne. Solo gli Stati Uniti uscivano dal conflitto con minime perdite materiali. Ma in Europa soprattutto le rovine morali erano ancor più penose, meno riparabili, senza dubbio, di quelle subite dai beni materiali sia che si trattasse della distruzione cieca delle città aperte e delle opere d'arte che di attacchi contro i civili o soprattutto delle vittime della criminalità nazista di cui gli stessi scienziati si erano fatti complici. Una volta di più, la guerra costava infmitarnente più cara che il regolamento dei problemi che l'avevano suscitata. Aveva almeno fornito la risposta  alle questioni poste? Si, se si ricorda che gli Alleati hanno raggiunto i loro obiettivi e che la loro vittoria ha permesso di ridare ai popoli occupati le loro libertà, nazionali e individuali; a ben guardare, la guerra alleata era impegnata per la giustizia e per il diritto  non erano parole di propaganda, la rivelazione degli atroci crimini dei nazisti l'ha confermato. Ma, politicamente, nato da uno squilibrio, il conflitto aveva generato altri squilibri.

Nessun commento:

Posta un commento