Cronologia degli eventi

venerdì 24 dicembre 2010

La campagna di Francia

Dovranno abbandonarla essi stessi a causa della gravità degli avvenimenti che, a partire dal 10 maggio, dovevano svolgersi in Francia: malgrado i successi del loro avversario, l'attesa della drole de guerre non era stata interamente perduta per gli Alleati; i francesi ne avevano approfittato per dotarsi di tre divisioni corazzate -la quarta era in formazione; ma i tedeschi potevano impegnarne dieci, meglio strutturate, messe a punto in Polonia e soprattutto raggruppate nei corpi blindati che operavano in perfetta coordinazione con l'aviazione e la fanteria motorizzata. Nel cielo, lo squilibrio era rimasto molto grande; certo, francesi e inglesi possedevano ancora un maggior numero di aerei moderni, e gli apparecchi ordinati negli Stati Uniti cominciavano ad arrivare. Ma mancavano ancora i bombardieri, e invece di concentrare i loro aerei in grandi masse strategiche, come aveva fatto la Luftwaffe, li avevano dispersi tra le diverse armate. Queste erano di una forza pressappoco pari alla Wehnnacht, con tuttavia un numero inferiore di divisioni in servizio attivo. La superiorità tedesca non era assolutamente schiacciante sulla carta; il dramma era che lo sarebbe diventata per il modo in cui la battaglia sarebbe stata impegnata.
In effetti il riposo forzato dell'inverno era stato fecondo per lo stato maggiore tedesco, che aveva deciso di modificare i suoi piani. Hitler aveva rinunciato a rieditare il «piano Schlieffen» del 1914 per adottare il progetto audace di von Manstein, che prevedeva l'attacco principale, attraverso le Ardenne, alla cerniera del dispositivo francese. Non solo i francesi non avevano intuito queste intenzioni ma credevano le Ardenne insonnontabili oer i mezzi blindati; la copertura delle Ardenne era tenuta da forse deboli, soprattutto da divisioni di riserva. Fu deciso di portare in belgio il loro sforzo principale, in modo abbastanza paradossale

In effetti, mentre l'alto comando temeva molto una «battaglia frontale» per la quale riteneva l'esercito francese non ancora pronto, per ragioni politiche e psicologiche, e poiché era impossibile lasciar schiacciare l'esercito belga, fu presa la decisione di entrare in Belgio subito dopo l'invasione tedesca; non avendo le truppe francesi il tempo necessario per andare sino alla frontiera orientale del Belgio, al canale Alberto, fu previsto che avrebbero accolto l'esercito belga a metà strada; operazione delicata e insufficientemente preparatacon i belgi. Tuttavia, l'operazione non era cominciata male; all'ala sinistra la VII armata era la stessa che era andata a dare la mano agli olandesiinutilmente poiché questi erano stati costretti a capitolare dopo tre giorni di lotta. Ma, dal 15 maggio, occorreva far ripiegare le forze franco-inglesi avanzate in Belgio, e che contenevano bene o male gli assalti tedeschi, perché aggirate dal Sud. In effetti, sette divisioni blindate tedesche erano sbucate dalle Ardenne più presto di quanto previsto non avendo incontrato praticamente resistenza. n 12 maggio costeggiano la Mosa. Onnai il comando alleato è costantemente preso in velocità, sempre in ritardo di un giorno o di un'idea. Solo il 15 maggio si rende conto della gravità della situazione, ma manca di mezzi blindati e di bombardieri per raddrizzarla e le forze che getta nella battaglia in piccole ondate, sono subito fatte a pezzi. II 20 maggio, in un gigantesco «colpo di falce» i mezzi blindati di Guderian, dopo aver preso Amiens, si scagliano verso Abbeville chiudendo nella rete l'esercito belga, il corpo di spedizione britannico e le migliori unità francesi. ngenerale Weygand, che ha sostituito Gamelin come generalissimo alleato, concepisce allora un piano logico per spezzare la morsa e permettere alle truppe accerchiate, con attacchi congiunti, partiti dal Nord e dal Sud, di ritirarsi verso il Sud. Ma la sconfitta è sempre fatale alle coalizioni; ognuno non pensa che a sé. Mentre il re del Belgio capitola senza avvertire gli Alleati, il corpo di spedizione britannico, di iniziativa del suo capo, batte in ritirata verso il Nord per reimbarcarsi. Un errore di Hitler, che fenna i suoi blindati, pennette l'evacuazione di Dunkerque, tra il 26 maggio e il 4 giugno, di 330.000 uomini: ciò avviene al prezzo dell'abbandono di tutto il materiale pesante. Onnai non vi è più nulla dell'esercito britannico in Francia; in Inghilterra nemmeno. Weygand cerca di fonnare un fronte continuo, più stretto, sulla Somme esuli'Aisne. Le truppe francesi si battono bene, ma la potenza tedesca è irresistibile. nfronte è spezzato tra il4 e 1'8 giugno. Oramai, i blindati tedeschi dilagano in tutte le direzioni: nulla può impedir loro di raggiungere l'atlantico, i Pirenei e il mediterraneo, per dare una mano agli italiani, entrati in guerra il 10 giugno, quando i giochi sono ormai fatti. Il governo francese, rifugiato a Bordeaux, nel mezzo di un esodo pietoso di molti milioni di persone, dopo aver abbandonato un progetto di «ridotta bretone», rifiutato una stretta fusione con la Gran Bretagna proposta da Churchill, e rinunciato a partire per l'Africa del Nord, si decide a sollecitare un armistizio dopo che il generale Pétain ha sostituito Paul Reynaud alla guida del governo. L'armistizio è frrmato a Rethondes e a Roma; entra in vigore il 25 giugno. La vittoria tedesca è brutale quanto totale; stupisce il mondo intero. Stalin si felicita calorosamente con Hitler.

Il fronte occidentale
L'offensiva generale tedesca sul fronte occidentale iniziò il 10 maggio del '40. Le forze tedesche furono suddivise in due gruppi di armate (A comandato da Von Bock e B comandato da Von Rundstedt), il primo gruppo doveva attaccare l'Olanda e il Belgio, il secondo doveva passare la foresta delle Ardenne ritenute dai francesi invalicabili per delle forze corazzate. Il Belgio fu attaccato dalla 6ª armata di Reichenau, il cui principale impedimento per il suo cammino era rappresentato dal Forte di Eben Emael, i tedeschi decisero di usare le truppe aviotrasportate, fu per loro il battesimo del fuoco. Il forte era progettato per resistere ad attacchi convenzionali ma non a dei paracadutisti atterrati sopra il tetto, ne bastarono 85 per neutralizzare la guarnigione belga, formata da 1.200 soldati che stava resistendo ai continui attacchi degli stuka germanici (bombardieri in picchiata); questo attacco si rivelò decisivo per le difese belghe, che vennero presto travolte dalle forze corazzate tedesche. Contemporaneamente venne invasa l'Olanda, lo sfondamento avvenne verso l'Aia e Rotterdam e sulle frontiere 150 Km ad est, il duplice colpo mandò in crisi le difese, il 14 maggio capitolò. Il Belgio resistette ancora per qualche settimana, i francesi e inglesi inviarono le loro forze in aiuto dell'alleato credendo che quello fosse l'attacco principale, ma quando i tedeschi sbucarono fuori dalle Ardenne si accorsero dello loro gravissimo errore, infatti le loro forze più moderne ed efficienti potevano essere tagliate fuori dall'improvvisa avanzata nemica, e così fu, il merito del crollo si dovette dare ad un comandante, Guderian, il creatore delle forze corazzate tedesche essenziali per la guerra lampo, enorme fu la sua abilità anche nel guidarle dal Belgio all'atlantico. I contrattacchi alleati vennero facilmente contenuti, quando ormai i carri armati arrivarono sulla Manica il corpo di spedizione inglese inizio la "miracolosa" evacuazione di Dunkerque, che avvenne in pratica per volontà di Hitler, ovvero ordinò di fermare le divisioni corazzate che erano ormai a 15 Km dal porto. Non si riuscì mai a dare una spiegazione plausibile all'accaduto, forse il führer pensò che con la sconfitta della Francia, l'Inghilterra sarebbe stata propensa ad un accordo oppure credette alle assicurazioni di Göring che promise bombardamenti incontenibili, comunque sia gli inglesi riuscirono a mettersi in salvo così da poter difendere la costa inglese.


Dopo la battaglia e l'evacuazione di Dunkerque il Belgio si arrese (28 maggio). In Francia si contrapponevano 49 divisioni alleate contro le 10 divisioni corazzate e 110 divisioni di fanteria tedesche sul nuovo fronte, il quale fu completamente scompaginato sulla Somme e poi sull'Aisne, e per questo motivo anche la Francia fu costretta a cedere le armi firmando l'armistizio con la Germania (22 giugno), Hitler lo fece firmare nella stessa località dove la Germania alla fine della grande guerra depose le armi. La Francia venne divisa in due entità distinte, una sotto il diretto controllo nazista, l'altra (i territori centro meridionali) venne governata da un governo filo-nazista guidata da Philippe Petain (la repubblica di Vichy), finì così la terza repubblica francese, nata da un'altra disfatta bellica (la sconfitta di Napoleone III a Sedan). 

L'Italia dichiarò guerra alla Francia il 10 giugno, ma l'intervento militare italiano si era risolto con scarsissimi risultati in campo strategico consistenti nell'occupazione di alcune zone lungo il confine italo-francese al prezzo di alte perdite, ciò fece già intuire che l'esercito italiano non era assolutamente pronto ad un guerra in grande stile, cosa che pagherà caro. Il generale De Gaulle (che si era rifugiato in Inghilterra) lanciò un proclama dichiarando il rifiuto dei Francesi liberi ad abbandonare la lotta.
Dopo il crollo francese Hitler sperò in un accordo con l'Inghilterra ma Churchill disse a chiare lettere che non aveva intenzione di arrendersi. Allora si vide costretto a incominciare i preparativi per l'invasione dell'isola, prerequisito fondamentale era il dominio dell'aria. Cominciò così la battaglia d'Inghilterra, una violentissima offensiva aerea. L'attacco principale fu realizzato dalle luftflotte (squadre aeree) 2 e 3 (comandate rispettivamente da Kesserling e Sperrle), l'aviazione tedesca incontrò una tenace e accanita resistenza da parte della RAF comandata da lord Beaverbrook (resistenza dovuta al fatto che gli inglesi disponevano di un sistema radar assai efficiente, e che i caccia tedeschi avevano un autonomia limitata), dopo aver perso più di 1.700 aerei, dovette desistere dagli attacchi aerei in massa, tuttavia l'operazione diede una dimostrazione delle potenzialità distruttive dei bombardamenti a tappeto, con uso massiccio di bombe incendiarie, famoso il bombardamento della cittadina di Coventry che venne rasa al suolo e perirono circa 1.200 persone (da qui nacque il termine coventrizzazione). Recentemente si è ipotizzato che se l'offensiva fosse continuata, l'Inghilterra avrebbe ceduto, ma Hitler pensava già alla Russia. Inoltre Berlino non riuscì a convincere il generalissimo Franco ad accettare la richiesta di far passare le truppe tedesche sul territorio spagnolo per poter attaccare Gibilterra dall'entroterra.

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