Soprattutto l'economia di guerra canadese si integra in modo del tutto naturale nell'economia americana, che rivela allora un potenziale illimitato, per divenire, secondo il piano e l'espressione di Roosevelt, «l'arsenale delle democrazie». Pertanto, nel 1939, gli Stati Uniti soffrono ancora di alcune conseguenze della grande crisi «degli anni Trenta» -contavano quasi sette milioni di disoccupati; dal punto di vista militare erano molto sprovvisti: 190.000 uomini sotto le armi, con 330 carri leggeri, quasi senza aviazione; solo la flotta era potente; l'industria di guerra rappresentava il 2% della produzione totale; l'opinione pubblica era, nel suo complesso, molto ostile a un'entrata in guerra, e anche al riarmo; alla testa del Comitato antinterventista. America First, figuravano alcuni politici di primo piano, grandi industriali come Ford. Dopo Pearl Harbor occorse, nello stesso tempo, improvvisare una grande industria di guerra, moderna e diversificata. armare,
equipaggiare e attrezzare milioni di uomini, inviarli a migliaia di chilometri lontano con il materiale necessario (una tonnellata per uomo), fornire arini agli Alleati in difficoltà, vale a dire a tutti gli avversari dell'Asse, costruire navi per trasportarle, ecc. Alcuni dei consiglieri di Roosevelt spingevano il presidente a instaurare il dirigismo, il solo capace ai loro occhi di impedire sprechi e di raggiungere questi obiettivi ambiziosi. Ma il presidente, il cui ruolo fu di capitale impor-, tanza, non volle far violenza al temperamento e alle abitudini dei suoi compatrioti: egli ebbe fiducia nel loro spirito di iniziativa, proponendo . loro di realizzare piani di produzione apparentemente astronomici, battezzati Victory program -per esempio 60.000 aerei e 40.000 carri d'assalto nel 1942 e, rispettivamente, 125.000 e 75.000 nel 1943, più di quanti ne possedesse il resto del mondo, e più di quanti questo non I potesse produme. Ogni amministrazione -i «servizi» -fu improvvisata per acquistare i prodotti, canalizzare e orientare le forze produttrici, organizzare la ripartizione delle materie prime e della manodopera, esa-, minare l'ammontare dei profitti, regolamentare prezzi e salari; vi • era un dirigismo non esplicito ma molto flessibile; così, per esempio, la costruzione delle automobili e dei frigoriferi fu frenata, i porti posti sotto un'amministrazione militare, le frodi ricercate e colpite, un tetto fissato per i prezzi, alcuni mercati regolarmente controllati ecc. Tutta questa annatura di regolamenti era prvvisoria, modificata continuamente, e sparirà una volta raggiunta la pace. • Il gonfiamento delle spese statali -passarono da 9 miliardi di dollari nel 1939 a 95 miliardi nel 1944 -faceva balenare la minaccia dell'inflazione, che però fu scongiurata da una politica di prestiti a un tasso di interessi poco elevato. In definitiva, se furono istituiti al-I cuoi razionamenti, la sfida fu vinta producendo contemporaneamente «cannoni e burro»; tuttavia, paragonati agli immensi benefici della maggior parte delle imprese, i salari non erano ugualmente aumentati, ·così che, malgrado l'impegno dei dirigenti sindacali, gli scioperi non poterono essere impediti. Ma il «boom» economico fu prodigioso; così, il numero delle navi mercantili costruite -le liberty ships passò da 746 nel 1942 a 2242 nel 1943. E il 16% del complesso della produzione totale fu inviato agli Alleati in applicazione della legge «affitti e prestiti» -laGran Bretagna ricevette, nel 1942, 4400 carri e 6800 aerei.
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