Se i grandi Alleati potevano parlare così tranquillamente del dopoguerra è perché, nell'autunno del 1943, avevano acquisito, grazie alla mobilitazione molto avanzata delle loro risorse, una forza rassicurante.
Sotto questo aspetto, lo sforzo britannico era esemplare; una legge aveva ordinato la «coscrizione industriale»; il popolo inglese unanime ne aveva accettato civicamente i pesanti oneri -lavori faticosissimi nelle fabbriche, razionamento, accresciuta fiscalità, diminuzione del livello di vita ma promesse di ampie riforme sociali (il «piano Beveridge» di assicurazioni nazionali). Tuttavia i mezzi britannici erano limitati; la mobilitazione deila manodopera limitava il tetto massimo degli effettivi delle truppe, senza tuttavia impedire
alla produzione di armamenti bellici di fare altrettanto; nel 1943, 7400 carri soltanto e 26.000 aerei uscirono dalle fabbriche; queste cifre diminuirono un po' nel 1944. Pur essendo importante, il concorso dei Dominions non aveva giustificato tutte le speranze poste in loro; l'Africa del Sud limitava la sua azione all'Africa e l'Australia doveva riservare le sue forze per la sua difesa; quanto all'India, l'impasse delle conversazioni con i leader nazionalisti frenava il suo contributo. Quello del Canada era invece di rilievo, malgrado le riserve dei canadesi francesi; vi fu reclutato un milione di uomini.
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