Cronologia degli eventi

mercoledì 12 gennaio 2011

La riconversione dell'Unione Sovietica

Per tutte altre vie, l'economia sovietica aveva effettuato una sensazionale riprova. Pure l'invasione tedesca si era realizzata nelle regioni dove era concentrata la maggior parte dell'industria metallurgica; nei primi sei mesi di guerra, la produzione globale si abbassò del 48%; nel 1942 la diminuzione fu ancora più grave; così la fabbricazione della ghisa cade da 15 milioni di tonnellate a 5. Da prima della guerra tuttavia, una politica costante di espansione aveva moltiplicato le fabbriche negli Urali e al di là degli Urali; la sua popolazione forniva anche ali'Unione Sovietica riserve di manodopera illimitate, a patto di formare operai specializzati; la sua immensità metteva una gran parte del suo territorio al riparo dei colpi del nemico; il suo regime politico ed economico pennetteva infine di eseguire rapidamente le misure più draconiane. Il governo, già prima dell'invasione, aveva studiato l'evacuazione verso l'Est delle fabbriche e delle popolazioni minacciate; alcune imprese vi trovarono anche dei veri «doppioni» pronti ad accoglierle. Lo sforzo tuttavia non fu meno gigantesco; dal luglio al novembre 1941, 1520 unità produttive, di cui 1300 di grandi dimensioni, furono smontate, trasportate e ricostruite, dieci milioni di lavoratori trasferiti; dalla fme del 1941, le fabbriche di Leningrado, trasferite negli Urali, cominciarono a inviare al fronte carri armati pesanti. Tutto fu sacrificato allo sviluppo dell'industria bellica; alla fine del 1942, l'Unione Sovietica produceva già più cannoni della Germania. Ma un tale sforzo era costato molto lavoro e molti dolori. La durata quotidiana del lavoro fu aumentata, e le vacanze soppresse; l'esodo massiccio e frettoloso si tradusse in condizioni materiali di esistenza molto pesanti -abitazioni, ospedali, riscaldamento, scuole facevano difetto; il vettovagliamento soprattutto era insufficiente. Uno dei problemi più difficili fu la formazione degli operai specializzati necessari; una mobilitazione della manodopera vi sopperì con la. determinazione di settori prioritari e l'assegnazione obbligatoria dei lavoratori; così un gran numero di colcosiani furono inviati nelle miniere; la formazione di operai qualificati cominciò dalla scuola. Gli armamenti non aumentarono solo in quantità ma in qualità; così nuovi carri e nuovi aerei di assalto -T34 e Stormovik -sostituirono i modelli più vecchi. Tutte le popolazioni dell'Unione Sovietica parteciparono a questo immenso sforzo. Un'intensa propaganda mise l'accento più sull'invasione del territorio nazionale che sulla difesa del regime; si ricordò l'esempio dei grandi avi, quelli del 1812 soprattutto. I tre milioni di membri del partito inquadrarono questa massa umana, galvanizzarono le energie, guidarono le popolazioni occupate. Ognuno prese la sua parte di fardello nazionale, come soldato, come vittima dell'aggressione o come produttore nelle retrovie; a Leningrado fu la popolazione a costruire le fortificazioni; a Stalingrado gli operai condussero in battaglia i carri armati che essi stessi avevano fabbricato.

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