Cronologia degli eventi

giovedì 13 gennaio 2011

La campagna d'Italia

Ad Anfa, nel gennaio 1943, Roosevelt e Churchill avevano deciso di mettere l'Italia fuori combattimento. Uno sbarco in Sicilia, in modo da liberare completamente l'attraversamento del Mediterraneo da Est a Ovest, ebbe luogo nel luglio 1943; in meno di un mese l'isola è conquistata, ma le unità tedesche sfuggono all'accerchiamento. Tuttavia, è chiaro che l'Italia è allo stremo delle forze; l'impero è perduto, la marina immobilizzata nelle sue basi e alla mercé dei bombardamenti; l'invasione della penisola è solo una questione di tempo; la produzione industriale è diminuita del 35% mentre la circolazione monetaria si è triplicata; l'impopolarità del fascismo va estendendosi, nella stessa misura della decadenza fisica e intellettuale del Duce. Il colpo di grazia non gli viene portato tuttavia dai suoi nemici ma dai suoi amici. Il 24 luglio, il Gran Consiglio del fascismo decide di «tornare alla Costituzione», vale a dire di affidare al re «la decisione suprema)) togliendola al Duce. Vittorio Emanuele, appoggiato da alcuni capi dell'esercito, convinti che bisogna cessare di combattere e preparare un rovesciamento delle alleanze, destituisce Mussolini e, per maggiore precauzione, lo fa arrestare e imprigionare. Pur protestando presso i tedeschi la sua fedeltà all'Asse, il mare· sciallo Badoglio, nuovo capo del governo, intraprende trattative segrete con gli Alleati, che fmiscono con la capitolazione senza condizioni dell'Italia, il3 settembre 1943, resa pubblica l'8. Le truppe alleate, comandate da Eisenhower, sono sbarcate solo a sud di Napoli; i tedeschi, che avevano previsto la defezione dei loro alleati, occupano immediatamente tutto il Nord e il centro del paese, Roma compresa; ovunque essi disarmano senza troppi ostacoli le truppe italiane, in Italia e nei territori che esse occupano; sola, la flotta riesce a sfuggire e a raggiungere il campo alleato. Il re e Badoglio, rifugiatisi a Brindisi, moltiplicano i gesti di buona volontà verso gli Alleati; ma sono senza potere reale, e gli Alleati, che li considerano come nemici, sottopongono i territori occupati a un'amministrazione militare. Due forze nuove contribuiscono a modificare la. situazione. Nel Nord Mussolini, che paracadutisti delle SS hanno liberato, forma con i suoi ultimi fedeli una repubblica fascista a Salò e fa giustiziare suo genero, Ciano, colpevole di averlo abbandonato il 24 luglio. Contemporaneamente in tutta l'Italia occupata, l'antifascismo rialza la testa; gli esiliati tornati a casa assumono la direzione di una opposizione clandestina che conduce una duplice lotta, contro i tedeschi e i neofascisti ma anche contro il re e Badoglio ai quali gli Alleati, per assicurare l'ordine, riconoscono la qualifica di cobelligeranti. L'Italia entra in un'era di guerra civile. Essa è bloccata nella zona liberata dall'adesione dei comunisti alla politica di Badoglio e dall'ingresso dei capi della Resistenza nel governo di Bonomi; raggiunge invece il suo culmine nella parte occupata dai tedeschi. Nello stesso tempo, la penisola diviene il teatro, da Sud verso Nord, di una guerra di posizione, favorendo i rilievi montagnosi la difensiva e annullando la superiorità alleata in mezzi blindati e in aerei: la regione di Monte Cassino in particolare è centro di accaniti combattimenti. Sbarcati ad Anzio nel gennaio 1944, gli Alleati -tra i quali il corpo di spedizione francese comandato da Juin e un corpo brasiliano -entrano a Roma solo il4 giugno, ed è soltanto nel dicembre che raggiungono Ravenna. La capitolazione italiana ha permesso la liberazione della Corsica nel settembre 1943, con un'azione abbinata di resistenti e di truppe francesi sbarcate -il «battaglione di choc».

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